Un Piccolo Grande Cucciolo

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Solo, sulla strada centrale di una grande città, abbandonato e legato ad un palo della luce senza niente da mangiare. Era l’imbrunire, tutti lo guardavano e lo compativano, ma alla vigilia di Natale forse troppo indaffarati per fermarsi ad aiutarlo. Allora il piccolo grande cucciolo dal pelo champagne, senza nome e sporco di terra, implorava i passanti con uno sguardo stanco e sfiduciato, sperando che qualcuno finalmente lo liberasse. Eppure era un Labrador, forte e robusto con tanta voglia di fare amicizia. Ma ecco che, ad un certo punto arrivò una bella ragazza, lo vide e si emoziono’….. E se fosse capitato a lei?…. I due sguardi si incrociarono: avrebbe voluto proprio un cane, ma sapeva che sarebbe stato un impegno troppo faticoso. Il cane non smetteva di fissarla sperando che l’aiutasse,  ma lei se ne andò e lui rimase lì  a guardarla che si allontanava. Poi inaspettatamente cambio’ idea con   un repentino dietro front : non riusciva a lasciarlo lì legato a soffrire, senza nessuno e niente da mangiare.  Negli occhi del cane brillo’ una luce di felicità: questa volta sarebbe stato slegato da quelle corde. La ragazza lo prese con sé, fregandosene di tutto e tutti. La mamma, però, non era proprio d’accordo a tenerlo, per cui stabilì che subito dopo le vacanze natalizie lo avrebbero portato al canile. Il cane non parlava la loro lingua, ma capiva, allora fece di tutto per farli cambiare idea, cosí ubbidiva agli ordini e giocava con tutti,  cercando di dare fastidio il meno possibile. Alla fine delle vacanze la ragazza tristemente si preparava per portarlo al canile, ma la madre la sorprese quando decise di lasciarle quel piccolo Labrador: se ne era affezionata! Quel giorno la ragazza felice lo portò a fare una passeggiata per comprare collare e cuccia. Il nostro grande cucciolo finalmente aveva trovato una famiglia che gli volesse bene. I Labrador sono  dei cani docili, intelligenti, giocherelloni e grandi nuotatori,  buoni amici per i non vedenti! Allora, perché abbandonarli?

Alessia Ciaramella – 2G

Sybersickness

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La dipendenza da internet o, in inglese, Internet Addiction Disorder  (AD) è  un disturbo del controllo degli impulsi da parte del cervello. Non si tratta di un vero disturbo psichiatrico ma di un sintomo psicologico che può collegarsi a vari quadri diagnostici. Dal 2009 presso l’ospedale Gemelli di Roma si è aperto  il primo ambulatorio italiano per curare le patologie  da internet. La sua dipendenza infatti  ha portato  allo sviluppo di malattie nuove: Effetto Google, dal 2011 si è scoperto che l’abuso di internet limita la memoria, gli scienziati infatti sostengono che siamo più  portati a ricordare ciò che non troviamo in rete.  Sindrome dello squillo fantasma, molte persone sentono il telefono squillare anche se nessuno li ha chiamati, tutto dipenderebbe dallo stato di ansia condizionato dal telefono.  Nomofobia,vere e proprie crisi che possono esplodere quando viviamo nel terrore di non poter usare certi dispositivi una volta sconnessi dalla rete. Dipendenza dal gioco online, alimentata dal rinforzo positivo che si ha giocando, un numero di casi che tende purtroppo  ad  aumentare. Cybersickness, una malattia causata da internet che ha gli stessi sintomi neurologici della cinetosi, con assenze di coordinamento tra vista e movimento.              In Giappone la dipendenza su rete è chiamata Hikikomori, le persone che ne vengono colpite si ritirano nella propria stanza e stanno un’intera giornata davanti ad un dispositivo.  Questa dipendenza è molto grave e negli ultimi anni si sono ritrovati casi simili anche  in Europa, soprattutto Francia e Italia, colpisce particolarmente  i soggetti che mancano di autostima e sicurezza. La tecnologia aumenta sempre di più e noi dobbiamo imparare a controllarla, anche passando meno ore sul web.   Kimberly Young nel 1996 affermò che una persona viene considerata dipendente da internet se risponde in maniera affermativa anche solo a 5 delle seguenti domande:

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Salienza/ Ti senti eccessivamente assorbito da Internet? Effetto Tolleranza/ Hai bisogno di passare sempre più tempo alla rete per ottenere la stessa soddisfazione? Hai ripetutamente tentato di controllare o interrompere l’uso di internet  ma senza successo? Umore/ Ti senti irrequieto, depresso o irritabile quando provi ad interrompere l’uso di internet? Perdersi in rete/ Rimani online più a lungo di quanto dovresti? Conseguenze sulla vita/ Hai rischiato di compromettere o perdere una relazione significativa, il lavoro o un’opportunità di carriera a causa di internet? Nascondersi/ Hai mentito ai familiari, al terapeuta o ad altri per nascondere il tuo coinvolgimento nella rete? Fuga/ Usi internet come mezzo per sfuggire dai problemi? Se questi sintomi appaiono per più di 6 mesi e si risponde a 5 o più domande ‘si’, meglio effettuare controlli medici……

Sofia Milanesi e Francesca Troia – 1G

 

Le spose bambine

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Nel mondo ogni 7 secondi una bambina di età inferiore ai 15 anni viene data in sposa a un uomo più grande di lei, spesso costretta dai genitori. Ogni anno sono circa 15 milioni le bambine date in sposa a persone più grandi di loro e il Niger detiene il primato si matrimoni precoci tra ragazze con il 60% delle giovani di età compresa tra i 15 e i 19 anni. Dopo il Niger troviamo la Repubblica Centrafricana, il Bangladesh e il Sud Sudan. Altri paesi con importanti percentuali di matrimoni sono la Georgia e la Turchia. Anche l’Europa risente di questo fenomeno delle “spose bambine” con una percentuale dell’11%. La Norvegia presenta una percentuale più bassa al mondo (0,1%), mentre l’Italia presenta un numero più alto (1,5%). Si è scoperto che nelle baraccopoli romane i matrimoni precoci sono in percentuali elevatissime; secondo l’Associazione 21 Luglio questi matrimoni sono fatti per problemi socio economici e non per questioni culturali; non è un caso che le unioni tra minori trovino un tasso doppio nelle aree rurali in confronto alle aree urbane. Invece per quanto riguarda l’istruzione scolastica (nel senso culturale), allontanarsi dal proprio percorso scolastico è indicata come una delle conseguenze più dannose nei matrimoni in giovane età. Se invece parliamo di un contesto socio-economico come le baraccopoli romane, caratterizzato da un forte assenza di stimoli esterni e un’altissimo tasso di disoccupazione, questi matrimoni precoci rappresentano un’opportunità per investire tempo, energie e capacità. Un’ esperienza di madre/bambina è descritta da Sobita. Sobita è nata in Bangladesh e quando ebbe 12 anni la madre la costrinse a sposarsi. Quando lei seppe di questa decisione, dopo aver sentito le condizioni del suo “sposo”, annuì ma dopo essersi sposata ed aver scoperto di essere incinta, scoprì le vere condizioni del matrimonio, che erano orribili. Andò dalla madre e, dopo il parto, tornò dal marito. Rimasta nuovamente incinta, era senza cibo e senza le medicine necessarie per fare in modo che il figlio non nascesse malato e con problemi. Dopo la settimana del parto il bambino morì. Infine, dopo tutta quella sofferenza, il marito la lasciò e lei tornò di nuovo a casa sua. La famiglia in cui viveva Sobita aveva pochi soldi, il cibo che veniva preparato veniva usato per pranzo e cena e se avanzava un po’ Sobita lo lasciava al figlio per colazione. Adesso Sobita e suo figlio vivono in una scuola dove sono entrambi educati e hanno del cibo, così non deve più cucinare e può sperare in un futuro migliore. In un suo discorso disse che dovrebbero essere le figlie a scegliere il proprio marito e scegliere quando sposarsi, in modo che crescano come bambine e non come giovani madri.

 

Maria Grazia Abate – 2G

Il calcio e le dipendenze

 

garrincha-la-felicita-del-popolo-640x360Manoel Garrincha: fortissimo calciatore brasiliano, ha vinto un Mondiale per Nazionali con Pelé. A causa di una malattia da bambino, ha una gamba più lunga dell’altra di 7cm; la sua dipendenza inizia nel 1958, Mondiale di Svezia, quando viene trovato ubriaco tra le vie di Stoccolma, con squalifica di due partite. Ma il suo gioco e le sue finte fanno chiudere un occhio ai brasiliani. Ormai la dipendenza dall’alcool è diventata troppo profonda: è costretto ad andare in un ospedale di Rio de Janeiro e perderà la vita prematuramente a 33 anni. Un detto di un poeta brasiliano recita: “se chiedi a un vecchio brasiliano di Pelé, egli si commuove e ti  racconta; se gli chiedi di Garrincha, ti chiede scusa e piange”.

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George Best: è stato un attaccante negli anni ’60 e ’70, nato a Belfast, Irlanda del Nord. Viene scoperto da giovane da un osservatore del Manchester United che lo chiama in Inghilterra. George è un idolo a Manchester, dove già a 22 anni alza la Coppa dei Campioni con i Red Devils, così passa alla storia come il “Quinto Beatle”: Best è sotto pressione, e allora dal timido ragazzo di Belfast diventa una Rockstar indomabile, che trova sollievo nell’alcool e nelle donne. La società inglese fa finta di niente, poiché l’irlandese si proclama capocannoniere della Premier League con 26 e 27 goal nel ’67 e nel ’69. Ma nelle stagioni successive anche il rendimento in campo è condizionato dal suo carattere, quindi svincolato dal Manchester. Allora George va negli USA, dove può fare tutto quello che vuole la sera senza che il giorno dopo in campo gli chiedano cosa avesse fatto. Alcune squadre lo ingaggiavano anche solo per una partita, giusto per raddoppiare gli incassi dello stadio. George lì può bere e avere relazioni con Miss Mondo e Top Model, fin quando dice addio al calcio. Dopo, avrà una parentesi come commentatore sportivo a SKY ed esprimerà una serie di aforismi, ma ad un certo punto dopo il carcere, la bancarotta e la Cirrosi Epatica, si dedicherà esclusivamente a risolvere i problemi di salute e perderà la vita a Londra nel 2005.

Diego Armando Maradona: il prossimo calciatore della nostra compilation è nientemenoche Diego Maradona, per molti il più forte calciatore di tutti i tempi. E’ nato nel 1960 in un povero sobborgo argentino, dove impara a giocare a calcio con palloni di stracci. Viene poi chiamato a Buenos Aires, al Boca Juniors, dove farà faville. Poi  viene chiamato al Barcellona dove viene allontanato per problemi di carattere. Arriverà al Napoli; nel frattempo Diego vince il Mondiale del ’78 in casa. A Napoli incontrerà grandi campioni come Bruno Giordano e Careca ma anche persone sbagliate: dopo aver vinto il Mondiale del Messico nell’86 viene avvicinato dal Boss della Camorra Giuliano, che gli offre la Cocaina su un piatto d’argento: viene trovato positivo al controllo anti-doping per due volte dopo il 1990, anche in occasione dei Mondiali di USA nel 1994, causa 30 mesi di squalifica. Oggi Diego è sciupato, grasso, con i denti rotti e pieno di rughe a 57 anni, eppure “El Pibe de Oro” rimarrà sempre nel cuore dei tifosi partenopei per aver portato il Tricolore a Napoli.

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-ALBERTO MATARAZZO, VINCENZO COPPOLA & JURI GIOVA 2G

Shoah

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Il termine Shoah indica l’olocausto, ovvero il genocidio eseguito dalla Germania nazista e dai suoi alleati nei confronti degli Ebrei d’ Europa per estensione dello sterminio nazista verso tutte le categorie ritenute indesiderabili. La Shoah  causò circa 15 milioni di  morti in pochi anni, tra cui 6 milioni di ebrei di entrambi i  sessi e di tutte le età. Fu l’eliminazione di circa i due terzi degli Ebrei europei. Venne organizzata e portata a termine dalla Germania nazista mediante un compromesso approvato amministrativamente, economicamente e militarmente, che coinvolse gran parte delle strutture di potere burocratico del regime, e con uno sviluppo progressivo che ebbe inizio nel 1933 con la segregazione degli ebrei tedeschi,  proseguì estendendosi a tutta l’ Europa occupata dal 3° reich durante la 2° guerra mondiale con la deportazione e quindi culmino`nel 1941 con lo sterminio per mezzo di eccidi di massa sul territorio da parte di reperti speciali in strutture di annientamento appositamente costruiti : i campi di sterminio. Questi centri furono  concepiti dalla Germania  nazista per attivare la cosiddetta soluzione finale del problema ebraico, che consisteva nell’ uccisione di tutti gli Ebrei europei. Hitler nel suo saggio ” Mein Kampf”, pubblicato nel 1925, espone la sua opinione sulla razza tedesca , cioè che fosse la razza migliore. Anche questo  fu uno dei motivi del genocidio degli Ebrei, che vennero considerati inutili .

Russo Gianluca

Catapano Alessandro 2°C

A Sergio De Simone

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Il giorno 30 gennaio la Scuola Belvedere ha continuato a fare Memoria accogliendo il fratello di Sergio, Mario De Simone, che ha condiviso la sua testimonianza con gli alunni delle terze classi insieme alla Dirigente Daniela Costa e alla prof. Aghi Berta. La sua triste  storia  inizia il  21 marzo 1944, quando Sergio e la sua famiglia vennero arrestati a Fiume, in seguito il 4 aprile furono deportati nel campo di Auschwitz. Da quel momento Sergio fu separato per sempre dalla sua famiglia per essere portato a  Neuengamme, come cavia per esperimenti. Dopo la liberazione dal campo di concentramento la madre dedicò i suoi anni alla ricerca di Sergio e solo nel 1983 ebbe la notizia che era morto assassinato nella scuola di Bullenhauser dove era stato sottoposto a tremendi esperimenti con altri bambini. Incontrare Mario De Simone è stato emozionante, un’esperienza unica e al di fuori dell’ordinario scolastico. Per me ha rappresentato un’occasione importante, una realtà di cui prendere coscienza, perché fatti come questi non si ripropongano ancora oggi e con altrettanto dolore.

Boris Quarto – 3B

 

 

Il Mito del Girasole

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Ad Atene viveva Fénis, un ragazzo come tanti e senza particolari doti, aspirava a diventare un guerriero perché voleva proteggere la sua città da ogni pericolo. La  famiglia era molto povera, ma la sua ragione di  vita era Orfea,  una ragazza che gli aveva conquistato il cuore: lui non sapeva bene perché,  ma quando la vedeva diventava rosso, smetteva di parlare e non si reggeva in piedi. Si erano incontrati la prima volta al teatro e fu amore a prima vista, da allora  non si erano più lasciati; quando Fénis decise di dichiararsi alla famiglia si recò a casa di Orfea, ma quale fu il dolore quando apprese che la sua amata era andata incontro alla morte nel tentativo  di scappare dagli spartani, i quali purtroppo  aveva assediato proprio la sua casa che si trovava nella periferia di Atene. Fénis abbattuto, si sedette nel giardino di Orfea, e da quel giorno perse ogni ragione di vita: non mangiava più, ne’ aveva più alcun interesse, per cui si lasciò andare fino a morirne! La sua anima si unì per sempre a quella di Orfea ed i loro corpi furono custoditi in quello stesso  giardino dove col tempo si erano trasformati in due fantastici girasoli con le corolle sempre rivolte al cielo, in eterna ricerca l’uno dell’altro!

– Angelo De Liso, Carlo Martello, Daniele Fontana 1G

La globalizzazione alimentare

Nel corso del tempo il mondo cambia e così stando dietro al tempo anche noi con le nostre abitudini cambiamo. La globalizzazione si affaccia con il suo volto in cucina, dove la veloce diffusione dei modelli alimentari maggiormente sostenuti sta mettendo a rischio diverse produzioni a rischio estinzione. Sono tanti i prodotti che arrivano ogni giorno sulle nostre tavole pur non essendo originari del nostro paese, ad esempio la patata, così come il riso dell’Asia o il caffè che ha avuto origine in Africa. Come risultato, siamo diventati sempre più dipendenti da altri paesi e questo non è sempre un bene. La dieta di oggi è sempre meno ricca di alimenti freschi, di cibi di produzione locale e a chilometri zero, con un netto vantaggio per i prodotti confezionati. Eppure, se seguissimo un’alimentazione più varia e basata su cibi prodotti localmente e di stagione potremmo supportare un’agricoltura che non si basi esclusivamente sulle monoculture, distaccandoci dall’omologazione pericolosa.

Gli insetti

Dal 1° gennaio 2018 l’Europa cambia musica nell’ambito del cibo. È diventato operativo un pacchetto di norme approvato a livello europeo a novembre 2015: il regolamento sul Novel Food. Questa legge è contestata da cittadini italiani (tra cui noi) e Coldiretti poiché questi animali fanno impressione anche da vivi. Gli alimenti più comuni saranno: pasta all’uovo artigianale ai grilli, millepiedi cinesi arrostiti al forno per renderli croccanti e poi affumicati, tarantole arrostite senza conservanti né coloranti dal Laos, vermi giganti della farina dalla Thailandia che arrostiti hanno gusto simile alle patatine, con un leggero aroma di pollo. Ma anche il baco da seta all’americana, le farfalle delle palme dalla Guyana francese, fritte e condite, le cimici d’acqua dalla Thailandia, ricche di fibre, proteine e vitamine e gli “aperinsetti”, vermi della farina aromatizzati alla paprica, al curry e al sale marino “made in Belgio”, magari da mandare giù con un sorso di Vodka con bachi da seta. Per i palati più temerari? Scorpioni dorati dalla Cina e neri dalla Thailandia e spiedini di scarabei, consigliati come aperitivo. Vastissima la scelta di grilli, da quelli al curry e cocco a quelli piccanti al gusto barbecue, fino a quelli al peperoncino dolce, tutti made in Thailandia.

-Spina Alessandra, Esposito Giuseppe, Russo Federica 2ªG

Il Giorno della Memoria: una storia da condividere insieme

farfalla_0009La ricchezza, la bellezza, tutto si può perdere, ma la gioia che hai nel cuore può essere soltanto offuscata:  per tutta la vita tornerà  a renderti felice. Prova, una volta che ti senti solo e infelice o di cattivo umore, a guardare fuori quando il tempo è  così bello. Non le case e i tetti, ma il cielo. Finché potrai guardare il cielo senza timori, saprai di essere puro dentro e che tornerai a essere felice.

Anna Frank

 

                                                                 

Arturo siamo con te !

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Arturo,un ragazzo sorridente anche dopo quel tragico incidente. Un pomeriggio come gli altri sembrava, invece non sapeva che sarebbe successo qualcosa di tremendo. Sempre sorridente, cosí lo descrivono i suoi cari e gli amici che gli sono stati affianco in questa triste vicenda. Sul lettino di ospedale con la voce di chi non si è arreso, ad occhi chiusi raccontava : “Mi trovavo a via Foria, stavo andando a prendere un certificato medico per mio fratello, quando ad un certo punto questi quattro delinquenti mi hanno aggredito e accoltellato”.
Cosí ci ha descritto quegli attimi di orrore. È stato ricoverato al reparto di chirurgia del San Giovanni Bosco di Napoli, aveva tubi di drenaggio nei tagli della gola e nel polmone, i medici che  gli sono stati vicini si sono sconvolti nel vedere tanta forza. Accanto ad Arturo la sua famiglia insieme a tanti amici. La mamma continua la sua battaglia contro tanta violenza facendo sentire il suo grido:”Glielo dobbiamo e non solo a lui, ma a tutti i ragazzi della sua generazione a cui è necessario garantire una speranza. Vanno protetti e incoraggiati. Il nostro impegno sarà quello di gridare che non ci arrendiamo, sarebbe troppo comodo. Questa è Napoli e deve rimanere la città dei giovani che studiano, giocano e si divertono, non degli accoltellati. No, non ci faremo spaventare, andiamo a testa alta”. Questo è quello che Maria Luisa racconta e Arturo è fiero della mamma che non si arrende. Per lunghe notti non è riuscito a chiudere occhio, le ha passate sopportando il dolore. Il suo interrogatorio  é durato due ore in quella stanza di ospedale, dove hanno fatto visita il sindaco Luigi De Magistris, Ubaldo Del Monaco, comandante dei carabinieri, uno psicologo e gli investigatori della squadra mobile. Il 15/01/2018 Arturo é ritornato in classe con i suoi compagni. Ma la nostra battaglia non finisce qui.
Arturo siamo con te !

Alice Tommasone 2G

E sarà bello morire insieme

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Questo libro di Manuela Salvi parla di una storia d’amore impossibile tra Bianca Prandi e Manuel Lambiase. Lei figlia di un giudice anti-mafia, lui figlio di un boss. Si conoscono al quinto anno di liceo artistico e l’unica cosa che hanno in comune è la passione per l’arte. Un giorno la professoressa Santoro assegnò un compito di architettura in coppia, fu così che Bianca e Manuel si ritrovarono insieme . Nell’intervallo Bianca va da Manuel :”Ehi! Siamo in coppia insieme, ci vediamo alla cattedrale per le 16.00″. Bianca alle 16.00 è lì, non c’è nemmeno l’ombra di Manuel, ma decide di aspettarlo… Alle 18.00 non è ancora arrivato!.. Alle 20.00 Manuel non si è presentato per cui lei delusa torna a casa.Il giorno dopo si ridanno appuntamento e questa volta lui si fa trovare, svolgono il compito assegnato e inaspettatamente si baciano. Alcuni giorni dopo vengono incaricati di ripulire una stanza in disuso nella scuola. Tra un bacio e l’altro si lasciano andare… Passa il tempo e loro si amano sempre di più. Ma arriva il momento in cui Manuel le dice tutta la verità: “Bianca non possiamo stare insieme perché mio padre è un boss, la mia vita è già stata segnata , sono promesso sposo a Teresa di Giacomo. Se non vuoi più vedermi lo capirò, ma se non hai paura dovrò insegnarti a sparare!”. Quando il boss Di Giacomo li scoprì, loro scapparono insieme e andarono a vivere in Olanda. Avevano simulato un incidente in barca inscenando la loro morte. Dopo alcune settimane arrivò una lettera al padre di Bianca che diceva:”Caro papà, sono viva. Sono con il ragazzo che amo, ora sono a guardare il sole dalla finestra della mia nuova casa .Sono felice,ti voglio bene” -Bianca.
-Sveva Torti, Federica Russo 2G

MotherLife

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Era da molto tempo che in quelle campagne del profondo Galles, dove il nonno di Corner era cresciuto , non passasse qualcuno. Ormai l’erba dei prati aveva invaso quelle casette che un tempo avevano ospitato i vecchi guardiani di porci. Era questo il luogo dove Madrenatura  aveva aveva deciso di nascondersi, qui dove poteva vivere liberamente, in mezzo a fiori e scoiattoli; uno dei pochi luoghi sulla terra che gli uomini le avevano portato via, dove poter passare i suoi ultimi momenti in pace: aveva inizialmente pensato di stanziarsi in Baviera, ma una volta arrivata lì trovò rifiuti, escrementi, una discarica sotterranea! Così finì lì in Galles: molti anni prima un vecchio guardiano di porci, si chiamava Mclarry, l’aveva aiutata offrendole un orto dove poter crescere. Sperava di ritrovarla quella terra. Una volta arrivata alla vecchia dimora si trovò davanti una catapecchia bruciata. “L’hanno distrutta” pensò lei e si accinse a bussare alla vecchia porta di legno. Poi, la porta si aprì rivelando un giovane ragazzo dai capelli biondissimi e piccoli occhi celesti, un fisico robusto e lo stesso sguardo ingenuo del nonno; aveva in mano un vecchio e paffuto gatto siberiano color caffè con una macchia nera sull’occhio destro. Corner si chiamava il ragazzo che, un pò insospettito, fece accomodare la signora aspettando reazioni. In effetti sembrava uscita da un dipinto dell ‘Arcimboldo! Era adornata da fiori colorati, ai piedi delle radici che andavano a spargersi intorno a lei; poi gli occhi, occhi fatti solo di luce, “luce” pensò Corner, però “fioca”, uno dei segni che stava per andarsene. Dopo essersi accomodata Madrenatura si accinse a dare spiegazioni allo spaventato ragazzo: “Ho passato mille peripezie per arrivare qui. L’uomo ha distrutto tutto quello che io ero;  rimane di me  il frutto della sua violenza, della crudeltà e dell’odio. Quando l’uomo incominciò la sua guerra, in quegli anni tenebrosi riposi  in tuo nonno ogni speranza. Adesso che sto per morire, tu  Corner sei la mia ultima speranza , il seme è l’unica cosa che può evitare la fine…….” Nell’attimo stesso in cui Madrenatura smise di parlare la luce nei suoi occhi si spense, ebbe solo il tempo di mettere in mano al ragazzo un seme dorato, era quella l’ultima speranza. Corner la seppellì nel suo giardino vicino a delle campanule viola. Non sapeva cosa farci con quel piccolo seme ma decise comunque  di piantarlo. Fu un attimo, Corner si girò per rientrare in casa, quando vide uno strano bagliore verde alla sue spalle, si girò per vedere, la luce era così forte che dovette coprirsi gli occhi. Era nata un nuova speranza.

-Fabrizio Ferrara, 2G

La violenza sulle donne

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Cos’è la violenza? Il solo pensiero di dover fare un’azione contro la nostra volontà ci inorridisce e desta dentro di noi un sentimento di dolore e di tristezza. I soggetti più deboli della nostra società sono le donne, i bambini, gli ammalati e gli anziani; questi, purtroppo, spesso vittime di violenze inaudite che arrivano alla morte. Le cronache ne dicono tante su quest’argomento, ma oggi come reagiscono le vittime e in particolar modo le donne? Il risveglio della coscienza femminile ha portato loro nell’ultimo decennio a denunciare. Il percorso di sensibilizzazione è stato lento e doloroso infatti sono nate molte associazioni a difesa dei diritti femminili. Esempi di recenti di denunce che hanno colpito l’opinione pubblica sono l’ultima di Asia Argento che ha denunciato le violenze sessuali subite nel mondo dello spettacolo; Gessica Notaro, una modella bruciata dal fidanzato con un acido; l’omicidio di Yara Gambirasi, uno dei casi più discussi negli ultimi anni. Queste sono solo alcune delle orribili storie, ma ad ogni angolo, senza saperlo, potremmo trovare una donna che lotta  per i propri diritti e per avere una vita normale. Perciò invito tutte le donne e tutte le persone che hanno subito e subiscono violenze a denunciare e dire ciò che stanno vivendo a qualcuno che prenderà la loro parte.

-Serena Buonaiuto, 2G

visita al museo archeologico

A chiusura del progetto Itinera Urbis, svolto nella nostra scuola, abbiamo fatto una “gita” insieme per visitare un museo pieno di bellezze che raccontano il nostro passato. Il 31 maggio siamo andati con le professoresse Di Domenico e Casaula al museo Nazionale per seguire l’itinerario pompeiano.
Al museo abbiamo visto con i mosaici scene di guerra, di culti religiosi e di vita quotidiana.
Ci é piaciuto ricordare quest’esperienza con le foto fatte all’interno del museo.IMG-20170601-WA0020

Due maratoneti pronti alla partenza…Ci piace!

Oltre a vedere queste meraviglie abbiamo deciso di provare a rappresentarle a mano facendo dei disegnisketch-1496299873409

Ecco uno dei maratoneti rappresentato da me… bello

sketch-1496299889305Una delle maschere che si usavano nel teatro romano per immergersi completamente nel personaggio e non sbagliarne una… Mi servirebbe!

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“Disegni realizzati da Asia Insenga”

Questo é il disegno di cui vado piú fiera, una normale scena sul fiume nilo comleto di ippopotamo e fiori… W-O-W

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“Il dio pan rappresentato da Fabrizio Ferrara”

Questi siamo noi durante il nostro laboratorio grafico. Firmato:Asia Insenga

Foto di: Valerio Picarelli